giovedì 22 maggio 2008

“Nonostante i protocolli per i marchigiani i prezzi aumentano anche del 93%”

Nonostante i protocolli d’intesa sottoscritti dalle principali associazioni di categoria e dalla grande distribuzione i prezzi degli alimentari e non solo continuano a salire. Lo afferma la Direzione regionale dell’Arco Consumatori Marche: “Dal dicembre 2007 ad oggi l’aumento sui beni alimentari arriva anche al 22,7 % per il pesce, al 6,9 per la frutta, al 93,02 per la verdura, al 24,70 per la carne. A rivelarcelo è il nostro osservatorio dei prezzi relativamente a questo mese di maggio in cui l’ondata di aumenti ha superato anche lo standard comunque in crescita dei primi mesi del 2008. La nota più amara messa in evidenza dal nostro osservatorio è che sono aumentati prezzi di beni di largo consumo che solitamente figurano anche nelle offerte. Tanto per fare qualche esempio la fesa di tacchino a fette al chilogrammo è arrivata a toccare i 7,42 euro contro i nemmeno 6 euro di qualche mese fa. Qualche prodotto come i fagiolini sono addirittura raddoppiati da 1,29 euro a 2,49. Aumenti più contenuti invece sulla frutta gli ananas che salgono solo di qualche centesimo mentre un chilo di vongole costa esattamente un euro di più, dai 4,40 ai 5,40”.
“I consigli che Arco Marche dà ai consumatori – conclude la Direzione dell’associazione a difesa dei consumatori – sono quelli di prestare sempre molta attenzione al prezzo, possibilmente confrontandolo con quello dell’ultima volta che si è acquistato quel determinato prodotto. Non bisogna assolutamente farsi abbindolare da false promozioni o fantasiosi sottocosto ma è bene sempre cercare di volta in volta la rivendita che su quel prodotto di cui abbiamo bisogno ha il prezzo più basso. Compatibilmente con le scadenze, cui bisogna prestare sempre molta attenzione, quando ci s’imbatte in un prezzo davvero più basso del solito è bene fare una scorta anche annuale se si tratta di ribassi di oltre il 50%. Infine la raccomandazione più importante è di “punire” i commercianti più furbi arrivando anche a rinunciare ad acquistare un prodotto il cui prezzo ci risulta essere aumentato. Vi assicuriamo che quando il commerciante avrà a che fare con un invenduto ed un probabile reso a fornitore sicuramente ci andrà piano con il ricarico”.